In una casa sulla collina di Posillipo a Napoli, ho visitato un presepe popolare, allestito in una stanza della loro abitazione, dai signori Maraviglia con passione, pazienza e grande capacità manuale.
Ammetto che non mi sarei aspettato di trovare un presepe popolare proprio sulla collina di Posillipo: questo è uno dei luoghi più celebri di Napoli, scelto fin dall’antichità da uomini politici, da poeti e da filosofi, per l’amenità e l’incanto naturale, a cercarvi sollievo dagli affanni della vita pubblica e privata. Pausilypon, in greco, significa infatti “luogo che fa cessare l’affanno (lype)”. Vi ebbe la sua scuola l’epicureo Sirone e presso di lui studiò filosofia il poeta Virgilio, che in seguito ereditò la villa del maestro e che alle falde di questa collina volle essere sepolto. Ne ho parlato a proposito di Mergellina, nelle sue relazioni con l’Arcadia e il presepe.
Tutti i napoletani amano questo luogo, oggetto di canzoni che restano impresse nella memoria e che sono canticchiate anche da chi, come me, è stonato come una campana: ‘ncoppa ‘o capo ‘e Pusilleco addiroso…
Ma, come dicevo, non mi sarei aspettato un presepe popolare. E invece…
Invece, a Posillipo, in una casa al pianterreno di una villa, ho incontrato, manco a dirlo, un presepe, anzi, una serie di presepi, uno più interessante dell’altro. Il signor Roberto Maraviglia e la sua gentile consorte, infatti, non solo “fanno” il presepe, ma ne hanno anche una “raccolta”: non voglio usare la parola “collezione”, per quel che di limitativo c’è in essa. Del collezionismo dei pastori con i suoi pregi, ma anche con i suoi innegabili difetti, ho già scritto.
Qui si tratta di qualcosa di diverso, di una passione per il presepe che si appaga solo ad averne tanti da esserne circondati. Si comincia con un “normale” presepe di sughero, costruito nella maniera tradizionale, con la serie di discese, che portano al pianoro su cui si aprono le grotte. I fianchi della montagna si allargano come ad abbracciare l’intero scenario. Bello lo steccato che delimita la parte anteriore; apprezzo che sia lasciato incompleto, per non chiudere la scena.
Si vedono alle spalle del presepe altri piccoli presepi sotto delle campane di vetro in miniatura; il presepe circolare sotto la campana di vetro è una delle forme tipiche della tradizione napoletana.
Un altro presepe, posto accanto al primo, ha uno spazio più esiguo sul davanti, avendo sviluppato la parte per così dire urbana. La Natività è collocata sul lato a sinistra di chi guarda.
I “pastori” sono quelli tradizionali di terracotta, acquistati nel corso degli anni a San Gregorio Armeno. Anche il Ciccibacco, uno dei personaggi principali della tradizione napoletana, di cui ho già scritto, e che esce da una via delimitata da un arco, è tipico della manifattura dei figurinai della celebre “via dei pastori e dei presepi“.
I presepi dei signori Maraviglia sono straordinariamente ricchi di figure, così da rendere al meglio la vivace animazione delle strade e delle case di Napoli, piene di gente, intenta alle più disparate occupazioni.
Altri presepi di ogni forma e dimensione, anche nelle classiche “bocce di neve”, sono accolti sulle mensole, insieme ad altri motivi natalizi.
Ma il vero “trionfo” è nella stanza in fondo, dove tutte le pareti sono occupate, sui quattro lati, da un grande presepe, lasciando libero solo lo spazio per la porta d’ingresso.
Un presepe tutto da “visitare”, aggirandosi in esso, come entrando a farvi parte. La sensazione più immediata, infatti, che si prova, di fronte a presepi ben costruiti, è che non li si sta guardando dall’esterno, con l’occhio del curioso, ma che si è uno dei personaggi che partecipa alla sacra rappresentazione. Per questo, quando si allestisce il presepe, bisogna prevedere degli effetti tali che attirino chi guarda all’interno del presepe stesso.
Questa particolarità l’ho sottolineata nell’articolo sul presepe di “casa Scognamiglio” e l’ho ribadita a proposito del presepe di via dell’Anticaglia.
Animazione di mestieri ed occupazioni per le strade e nelle case.
Foto I. S.
Anche questo presepe invita ad “entrare” ad aggirarsi per le animate strade della città, percorse dai carri dei fruttivendoli e dei vinaiuoli, a gettare uno sguardo nei cortili con gli animali domestici, a fermarsi ad ascoltare il grido dei venditori ambulanti, raccolto dalle massaie sui balconi intente a stendere i panni.
Si nota la cura con cui sono disposte le tegole dei tetti e sono costruiti i balconcini.
Foto I. S.
Su un pianoro su cui pascolano numerose greggi di pecore, intanto, Benino dorme tranquillo, assorto nel suo sogno da cui non riesce a destarlo neanche il trambusto della vita che ferve tutt’intorno a lui.
Foto I. S.
Mentre gli altri si affannano nel quotidiano lavoro, Benino dorme e sogna Gesù, che a qualche metro di distanza da lui, ancora una volta, nasce per redimere il mondo.
Foto I. S.
Ti invito, ora, a gettare uno sguardo nelle case: vedrai gli abitanti seduti a tavola per il pranzo o la cena, mentre a un altro tavolo c’è chi gioca a carte. In un’altra casa, sulla credenza, nel luogo più in vista dell’umile dimora, è poggiato anche un piccolo presepe. Il presepe nel presepe è un’idea che ci aveva già interessato, quando, in un articolo, avevamo scritto sul metapresepe popolare di Giuseppe Ercolano e sul metapresepe borghese di Luciano Testa. Ritrovarla anche qui, nell’opera del signor Roberto, mi ha naturalmente molto incuriosito.
Foto I. S.
Il signor Roberto non adopera per il suo grande presepe solo i tradizionali pastori di terracotta: molti, soprattutto quelli che rappresentano i vari mestieri e le varie occupazioni domestiche, sono messi in movimenti da un motorino al quale il nostro presepista ha pazientemente collegato gli arti uno per uno.
Ai particolari è prestata molta cura. Dalle tegole dei tetti, ai lampioncini nelle strade (naturalmente funzionanti, con la luce accesa), ai tappeti che le donne sbattono sui balconi.
Foto I. S.
Sarebbe facile giocare sul cognome del signor Roberto per dare un aggettivo al suo presepe; ma non lo faccio. Mi riprometto, però, di ritornare a visitare questo presepe, a cui i coniugi Maraviglia pongono mano fin dal mese di settembre, per fartene conoscere altri particolari.