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Presepe popolare e vacanze di Ferragosto

Il periodo di Ferragosto, avviandoci all’autunno, ci invita a progettare il nostro presepe, approfittando anche delle visite a musei e chiese e delle passeggiate nella natura.

Siamo ormai alla fine di luglio e davanti a noi si apre il periodo, da tutti atteso, delle vacanze, delle “ferie” per eccellenza, il caldo mese di Agosto, con quel “Ferragosto” che, etimologicamente, non ha alcun rapporto con il “ferro”, come credevo da bambino, ma ce l’ha con le “feriae Augusti”, cioè con la festività che fu istituita da Ottaviano Augusto, il primo imperatore, e che la Chiesa cristianizzò, dedicandola alla Vergine Assunta al cielo.

Anche se il calore del sole si fa più forte, ci siamo accorti che, in realtà, il tempo della luce insensibilmente, ma inesorabilmente, comincia a diminuire, perché dal ventuno di giugno, giorno del solstizio d’estate, le giornate si fanno via via più corte: il sole sorge, il mattino, qualche minuto dopo e tramonta, la sera, qualche minuto prima. Basta prendere un calendario per controllare di quanti minuti si abbrevia il giorno;  ma il fatto che la sera discende più presto, è un dato di fatto che si percepisce immediatamente.

Si va quindi incontro all’autunno e a quell’equinozio del ventitré settembre, che segnerà il lento progredire del tempo dell’oscurità rispetto a quello della luce. Il momento cruciale è rappresentato dal giorno più breve dell’anno, il ventuno dicembre: il solstizio d’inverno era atteso con ansia dalle popolazioni antiche, ed è tuttora atteso da quelle che vivono ancora secondo il ritmo della natura, per celebrare la vittoria della luce sulle tenebre, delle forze della vita su quelle della morte. Vittoria che dal piano fisico si traspone su quello cosmico ed etico.

In armonia con questa scansione ciclica del tempo, che ti ho voluto sintetizzare nel modo più breve e, spero, sufficientemente chiaro, è venuto, dunque, il momento di pensare al “presepe”, cioè di raccogliere le idee e progettare il presepe che intendi costruire per il prossimo Natale.

Naturalmente, sei libero di stupirti per questo mio invito a pensare al presepe proprio ora che stai per andare in vacanza, lasciando il tuo lavoro per  goderti il meritato riposo, dopo l’annuale fatica, magari in un delizioso luogo di villeggiatura.

Posso, però, darti almeno due motivi validi a sostegno del mio invito.

Innanzitutto, il presepe popolare, se lo sai leggere, non è muto: esso, con le varie fasi della sua vita, quando è allestito, quando vive dell’attenzione e della ritualità nel periodo natalizio, ed anche quando viene disfatto per essere riposto, ti narra quella medesima vicenda ciclica della Natura, che ho cercato di sintetizzare prima.

Poi, se ami veramente il presepe e la sua arte, non puoi lasciare all’improvvisazione dell’ultimo momento la preparazione di quello scenario in cui deve avvenire la Nascita del Bimbo Divino.

Ci sono, però, anche altri motivi che potremmo definire di ordine “pratico”.

Se vai in giro per città, paesi e villaggi, puoi approfittarne per visitare dei presepi, che in molte chiese e musei sono esposti in pianta stabile, ampliando così la tua cultura sull’argomento. Quanto più conosci, infatti, tanto più sai preparare un presepe davvero “convincente”. Dai presepi “visitati” potrai trarre qualche spunto valido, che darà al tuo presepe la forza che ad un testo letterario dà la “citazione” messa al punto giusto.

Un altro aspetto è anche più interessante e coinvolgente: girando per monti, per vallate, per boschi, o anche per litorali e spiagge, puoi raccogliere, naturalmente facendo attenzione a non toccare ciò che le leggi proibiscono, piccoli frammenti di natura, rocce, muschio, rametti, con i quali adornare il presepe. Particolarmente indicati a questo fine sono i cardi che, bellissimi, fioriscono d’estate, e possono essere, dopo un facile processo di essiccamento, conservati per dare una nota al contempo realistica e suggestiva al nostro presepe.

Andando in giro, inoltre, si possono incontrare panorami e paesaggi, dai quali trarre qualche spunto per il paesaggio del nostro presepe. Con questa intenzione, si possono scattare anche delle fotografie.

Queste, per esempio, sono delle foto fatte durante delle vacanze e che potrebbero essere degli ottimi spunti per scorci da inserire nel presepe.

 

Naturalmente, il mio consiglio è di munirti di matita e taccuino e disegnare: in questo modo, i tuoi studi per il presepe saranno veramente vivi. Come al solito, non preoccuparti di seguire le orme di Michelangelo e di De Chirico, pensa solo ad appuntare le tue impressioni e non temere: malgrado quello che anni ed anni di cattivo insegnamento scolastico (ahimé, te lo dice un “professore”), non c’è persona che non sia capace di fissare con la matita sulla carta un po’ del proprio mondo interiore.

Insomma, ti sto suggerendo di essere non semplicemente il turista in vacanza, ma anche il pellegrino alla ricerca.

E tanto meglio se ci sono dei bambini, che da te possano apprendere il senso dell’andare e del ritornare.

A questo proposito, sono adatti quei bellissimi versi di Thomas Stearns Eliot, in I Quattro Quartett:

“E tutto il senso del nostro andare sarà di tornare al punto di partenza e per la prima volta riconoscere il luogo”.

Se, accompagnandoli in giro per le città, conduci i tuoi ragazzi ad osservare un presepe in una chiesa, o se, andando per i prati o per le spiagge, li abitui a distinguere il sasso, la conchiglia, il ramoscello che possano andare bene per il presepe, quando, ritornati a casa, farai loro vedere come si mettono a frutto per tutti i suggerimenti e gli spunti raccolti nel corso delle vacanze, avrai stabilito una continuità che farà derivare la conoscenza dall’esperienza ed impronterà l’esperienza alla conoscenza.

In altre parole, avrai dato significato al tempo.

E avrai capito e fatto capire il reale significato della parola “tradizione”, che spesso è interpretata come attaccamento al passato e chiusura mentale nei confronti di ogni cambiamento. Come ho già scritto qui, non è così: “tradizione” viene dal latino tràdere che significare “affidare”, “consegnare”. La tradizione è l’atto con cui si consegna, si affida ai successori il patrimonio prezioso delle conoscenze, delle usanze, perché essi lo arricchiscano e, così arricchito, a loro volta lo affidino a coloro che verranno dopo.

Allora, sei ancora in tempo per mettere, al momento di partire, nel tuo bagaglio un taccuino, una matita e, se è il caso, gli acquerelli, senza dimenticare una scatola per sassi, fiori, rami e altre cose di questo genere.

Seguendo questi pochi, semplici suggerimenti, il tuo prossimo presepe sarà per te davvero straordinario.

 

4 commenti

  1. Caro Italo,
    quest’anno, grazie ai tuoi preziosi consigli, con papà abbiamo raccolto sulla spiaggia pezzetti di legno, conchiglie e altro materiale che utilizzeremo per la costruzione del nostro presepe. Ho letto attentamente le tue indicazioni ed ho raccolto anche i cardi che abbiamo essiccato: ti chiedo però qualche consiglio su come utilizzarli nel presepe.
    Ti saluto e ti ringrazio
    Francesco

    • Caro Francesco, non so dirti quanto mi faccia piacere che il tuo commento sia il primo. Per almeno tre ragioni: le indovini? I cardi vanno usati esattamente per quello che sono, dei fiori ornamentali: facendoli uscire da un cespuglio di muschio verde o altra erba. Poiché sono piuttosto grandi vanno collocati in primo piano.Purtroppo non riesco a trovare delle immagini in cui li ho usati. Ma vedrai che, con un po’ di fantasia, saprai collocarli.Fa’ una prova e mandami le foto.

      • Ciao Italo,
        grazie per il tuo aiuto. Sicuramente farò delle prove con papà e poi ti invierò le foto. Mi dici quali sono le tre ragioni: non sono bravo ad indovinare.
        Ti auguro buon lavoro
        Francesco

        • Davvero non lo sai? Allora te lo dico. Primo: sei un ragazzo e, come sai, senza i bambini, i ragazzi e i giovani parlare del presepe non ha molto senso. Secondo: sei il figlio di un mio assiduo lettore, forse il più costante. Terzo: ti chiami Francesco, come il Santo senza il quale il presepe forse non esisterebbe. Infine (ma questo è il quarto, che avevo taciuto), sei un entusiasta del presepe. Per queste ragioni, ho avuto molto piacere che fossi tu ad “inaugurare” la posta. Ciao. E conto sui tuoi commenti.

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