L’incontro con un presepe a Volterra e con immagini di San Giovanni Battista ancora una volta trasforma una vacanza di ferragosto in un “pellegrinaggio presepiale”.
Ho spesso scritto su queste pagine che, per il cultore dell’arte presepiale, ogni occasione è buona per trarre spunti e idee per la realizzazione del proprio presepe. Invitavo quindi ad approfittare delle vacanze di ferragosto sia per raccogliere materiali come pietre, cardi, rametti, al fine di dare un tocco naturalistico al presepe, sia per trarre ispirazione dai paesaggi che si aprono allo sguardo nel corso dei viaggi. Anche l’incontro con altri presepi lungo il cammino permette di confrontarsi con tradizioni diverse e cogliere così somiglianze e differenze con il nostro modo di “fare il presepe”. Insomma, per l’appassionato del presepe, ogni viaggio può diventare uno di quei pellegrinaggi presepiali di cui anche ho scritto.
Talvolta, può anche accadere il contrario. Cioè, dopo avere riflettuto su un personaggio della tradizione può capitarti di incontrarlo ad ogni piè sospinto. Esattamente quello che mi è accaduto quest’anno: dopo avere scritto sulla festività della nascita di San Giovanni Battista, la figura del “Precursore” mi è balzata spesso incontro, mentre ero alla ricerca di tutt’altre informazioni.
Per esempio, a Volterra, antica città degli Etruschi, che conserva il suo suggestivo aspetto medievale, una bellissima figura del Battista, realizzata in terracotta, cattura immediatamente la nostra attenzione all’inizio di via Matteotti. Volterra è, infatti, celebre per le realizzazioni artistiche in alabastro e in terracotta, materiale “povero”, quest’ultimo, ma caldo e vivace rispetto al più freddo marmo, quindi più adatto a rendere le emozioni dell’animo umano. Non per nulla, le figure da presepe sono più belle se realizzate interamente in terracotta, come ho avuto modo di scrivere in una serie di articoli dedicati alla modellatura della creta, alla cottura nel forno e alla successiva e finale scelta di dipingere o lasciare non dipinte le figure.
Contrariamente alla immagine tradizionale, qui il Precursore è rappresentato senza barba, in aspetto giovanile: in effetti, quando indica in Gesù “l’Agnello di Dio che prende su di sé i peccati del mondo”, egli ha poco più di trent’anni, essendo nato solo sei mesi prima del suo divino congiunto. Le braccia e le gambe muscolose ed ossute che escono dall’umile veste intessuta di peli di cammello indicano la dura vita di sacrificio e di alacre attività nel predicare il battesimo di penitenza per la “remissione dei peccati”.
Un’immagine più vicina alla tradizionale è quella di un’opera in alabastro, del secolo XVII, ma che sembra di concezione molto moderna, e proveniente da una chiesa di Siena, oggi esposta nel Museo Diocesano di Volterra: il Precursore, debitamente barbuto, versa l’acqua del fiume Giordano sul capo di Gesù, inginocchiato davanti a lui, in umile atteggiamento.
Ma a Volterra ho trovato anche una interessante rappresentazione presepiale, in un ambiente accessibile della cattedrale di Santa Maria Assunta (attualmente in fase di restauro). Il “presepe” è protetto da una grata che, penso, viene aperta nel periodo natalizio.
Non ho rinunciato a fotografare dei particolari, che, attraverso la grata, credo, acquistano un supplemento di fascino, quasi surreale. Lascio a te il giudizio.
Il Bimbo è molto bello. Ha da poco aperto gli azzurri occhi sul mondo e li sgrana un po’ incuriosito guardando il dolcissimo viso della Madre che si china verso di lui.
Per San Giuseppe l’artista ha scelto una via di mezzo tra la tradizionale immagine di vecchio e quella, più aderente alla realtà, di un uomo nel fiore della sua maturità, quale appare, per esempio, nel quadro di Raffaello Sanzio, lo Sposalizio della Vergine. Nel presepe di Volterra, il padre “putativo” di Gesù è rappresentato con capelli e barba di un bel grigio, ma non troppo avanti negli anni: ha uno sguardo severo e vigile, quale dev’essere quello di colui che è stato scelto per vigilare sulla preziosa vita del Divino Fanciullo.
Lo abbiamo detto più volte: il presepe rappresenta un viaggio. Allora, per l’appassionato, ogni viaggio può rinviare al presepe. Questo è ciò che accade a me. E a te, è mai accaduto di prendere spunto da un viaggio per allestire il tuo presepe?